La strada verso la formazione: perché il bando ATA fa per te

Sono in tanti i giovani e i meno giovani che attendono bando ATA in quanto persuasi di tentare la strada delle “scuole”. Le opportunità di lavoro non mancano e sono più che dignitose. Soprattutto, sono destinate ad aumentare proprio in virtù del nuovo corso instaurato dalla pubblicazione del bando.

Vediamo dunque di cosa si tratta, come inoltrare la domanda personale ATA, perché è una buona idea e qualche consiglio per posizionarsi in alto nelle graduatorie.

Perché diventare ATA è una buona idea

Con il termine ATA si fa riferimento al personale tecnico amministrativo in forza agli istituti scolastici. Le figure professionali, in particolare, sono cinque.

  • Collaboratori scolastici, ovvero quelli che un tempo venivano chiamati bidelli.
  • Assistente amministrativo, ovvero il classico segretario.
  • Assistente tecnico, ossia il tecnico di laboratorio.
  • Cuoco, figura che non necessita di spiegazioni.
  • Infermiere, idem come sopra.
  • Guardarobiere, che si occupa della custodia del corredo degli alunni e nella gestione del guardaroba.
  • Direttore dei servizi generali e amministrativi, professionista che sovrintende alle attività contabili e analizza i risultati didattici conseguiti.

Tutte queste professioni, dal “semplice” collaboratore scolastico al direttore dei servizi generali, sono più che dignitose sia in termini di trattamento economico che di mansioni. Inoltre, sono relativamente semplici da ricoprire. Non perché le attività siano banali, ma perché i requisiti di accesso sono poco stringenti.

Di base, i requisiti si fermano al possesso di una diploma di scuola media superiore, al netto delle eccezioni rappresentate dal cuoco, dall'infermiere e da altri ruoli un po’ più specializzati.

Proprio qui entra in gioco il bando ATA, o per meglio dire il concorso indetto dal bando medesimo. Questo produce effetti sulle graduatorie, e sono le graduatorie a decidere chi viene assunto.

Come funziona il bando ATA

Il bando ATA fornisce informazione sui concorsi ATA. Ovvero…

  • Concorso per l’aggiornamento delle graduatorie di III fascia. E’ considerato il più importante, almeno dagli aspiranti lavoratori, in quanto permette di introdursi nel meccanismo delle graduatorie. I concorsi per la III fascia hanno una durata triennale. L’ultimo ha avuto luogo nel 2021, quindi il prossimo verrà indetto nel 2024. Insomma, ci siamo quasi…
  • Concorso per l’aggiornamento delle graduatorie di I fascia, riservato a chi nelle graduatorie c’è già da tempo e, ancorché da precario, ha ricoperto più volte un ruolo ATA.

Consigli per posizionarsi in alto nelle graduatorie

Il concorso forma le graduatorie in base ai titoli e all’esperienza nel medesimo ruolo per cui si fa domanda. Anzi, nel caso del primo concorso, quello che consente agli aspiranti lavoratori di entrare, di iniziare a lavorare, a contare sono solo i titoli.

Per titoli si intendono gli attestati formativi che in qualche modo possono incidere in positivo nell’espletamento delle funzioni.

Il primo consiglio, dunque, è quello di formarsi, di acquisire i titoli. Come fare? Di certo, iscriversi all’università sarebbe troppo tardi, almeno al fine di scalare le graduatorie del 2024. Tuttavia, sono disponibili alcuni corsi professionalizzanti e pensati proprio allo scopo. Nella maggior parte dei casi, questi corsi possono essere seguiti online, quindi sono anche estremamente comodi. Sono per lo più a pagamento, ma il costo non è mai eccessivo. Ad ogni modo, vanno considerati come un investimento per il proprio futuro.

Per il resto, è bene giocare d’astuzia, o per meglio dire valutare con attenzione le destinazioni. Le graduatorie, infatti, sono divise per province. Alcune hanno un fabbisogno decisamente più elevato di personale ATA, ed è quindi su di esse anche si dovrebbe puntare.

Molti fanno l’errore di selezionare la provincia di residenza, magari impauriti dai costi dell’alloggio. Con un po’ di pazienza, e in virtù di uno stipendio che è più che dignitoso, è possibile comunque far quadrare i conti.

Per quanto concerne l’invio della domanda, essa va effettuata mediante il portale POLIS. Si fa tutto online, ma è necessario lo SPID, ovvero l’identità digitale. Non che sia un grande ostacolo, giacché è uno strumento ormai molto diffuso ed è comunque facile da ottenere. Va detto, poi, che online si trovano molti servizi che inviano la domanda per conto dell’utente, che quindi è chiamare a compilare un semplice form.

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